Pietro Baratono

Pietro Baratono

Provveditore interregionale, MIT

 

Provveditore Interregionale per le OO.PP. Lombardia ed Emilia Romagna, in precedenza Provveditore Lombardia-Liguria dal 2012; Membro effettivo del Consiglio Superiore dei LL.PP. Presidente della Commissione Digitalizzazione Appalti Pubblici; capo delegazione Italiana del EU BIM Task Group; coordinatore Gruppo di Lavoro per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio.

Presidente Commissione Ispettiva crollo ponte di Lecco. Dal 2011 al 2012 è stato Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Materiali e prodotti innovativi”, nell’ambito della Cabina di Regia delle Norme Tecniche per le Costruzioni. Dal 2008 al 2012 Autorità di Gestione dei Programmi Operativi Europei per le Infrastrutture con la gestione di grandi progetti ferroviari, portuali, stradali.

Già Segretario Generale del Consiglio Superiore LL.PP. Dal 1990 al 2007 Esperto presso la CE per i prodotti da costruzione (Dir. 89/106).

Inoltre componente di numerose Commissioni normative per le Costruzioni, il Rischio Sismico, ha partecipato alla stesura delle Norme tecniche per le Costruzioni 2005, 2008, 2016.

 


 

Titolo intervento:

“Il DM 560/2017: un anno dopo

 

La metamorfosi del settore delle Costruzioni che stiamo attraversando, prelude ad una trasformazione del modo di fare Professione ed Impresa, ma soprattutto Amministrazione.

Questa trasformazione riguarda un settore la cui produttività è rimasta al palo per svariati decenni a livello mondiale e che avrebbe oggi in Italia l’occasione di utilizzare i cospicui finanziamenti stanziati dal 2015 e quelli che verranno stanziati da questo Governo per la straordinaria ed ordinaria manutenzione, generando quindi una spinta propulsiva importante per le Costruzioni e per il Paese.

Uno dei problemi da affrontare è rappresentato dalla capacità attuativa delle S.A. che, a causa di un corpus normativo eccessivo, privilegiano l’approccio formale rispetto a quello sostanziale per obiettivi.

Il DM 560/2017, attuativo dell’art.23 comma 13 del Codice degli Appalti Pubblici, rappresenta il primo esempio europeo di regola tecnica organizzata sul tema digitale, e potrebbe consentire all’Italia di porsi, per una volta, all’avanguardia nel settore, acquistando una maggiore credibilità internazionale.

Come dimostrato da alcune ricerche (cfr.OICE) i bandi cosiddetti “BIM” sono in crescita esponenziale, spinti anche da un forte aumento dei bandi per i servizi di ingegneria anche a seguito della pubblicazione del DM560.

Ora ci dovremo confrontare con la progressione dell’obbligatorietà dell’adozione di metodi e strumenti digitali, che va dal 2019 per grandi opere complesse fino ad arrivare ad interessare tutte le opere nel 2025, il che presuppone che tutte le Stazioni Appaltanti debbano opportunamente essere formate ed organizzate.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha già espresso in più ambiti la volontà di proseguire con il percorso digitale, ora tocca alla politica locale, ai dirigenti e funzionari pubblici, comprendere i vantaggi del modello digitale ed inizino quindi ad applicare anche volontariamente i metodi e strumenti informativi ad iniziare dalle opere semplici. Tale periodo transitorio, che per opere normali sotto la soglia comunitaria arriverà a tutto il 2022, consentirà alle SA di costruire un importante bagaglio di esperienza.

La sperimentazione, valutata dalla apposita Commissione di Monitoraggio prevista all’art.8 del DM 560/17, consentirà anche di evidenziare eventuali criticità nella gestione informativa dell’opera, di valutare l’efficacia degli standard UNI (UNI 11337), la gestione dei requisiti informativi del Capitolato, che l’offerente deve declinare attraverso l’offerta informativa che infine deve concretizzarsi, in un quadro collaborativo tra Committente ed Impresa (o professionista), in un efficiente piano di gestione informativa.

La sfida che ci si presenta deve partire infine da un concetto fondamentale, l’interoperabilità del dato, una κοινήKoinè, linguaggio comune “consensuale”- necessario per far dialogare tra loro i diversi attori della filiera delle costruzioni.

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Pietro

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