8

Ott

Il progettista SMART

Il crescere della complessità delle opere da realizzare porta ad un uso sempre più importante di software parametrici. Questo implica a sua volta una maggior preparazione tecnologica da parte dei progettisti, soprattutto in termini di competenze.


La società odierna è profondamente immersa in una dimensione digitale, basti pensare alla quantità di device di cui facciamo uso e che diamo ormai per scontati. In questa evoluzione si sono perse delle professioni e ne sono nate di nuove, altre ancora si sono evolute e tra queste, non fanno eccezione quelle che ruotano attorno al mondo delle costruzioni.

Il crescere della complessità delle opere da realizzare e la conseguente quantità di informazioni da gestire, porta all’utilizzo e sviluppo sempre più importante di software parametrici per la progettazione. Questo implica a sua volta una maggior preparazione tecnologica da parte dei progettisti, soprattutto in termini di competenze.

Ad oggi, si tende a prediligere ancora un metodo “manuale” nella progettazione ed in particolare nella modellazione e gestione del progetto stesso , a discapito di tempo e qualità. Ci si potrebbe, infatti, concentrare maggiormente sulla valutazione di soluzioni progettuali più efficienti, e ridurre le possibilità di errore che comporterebbe un lavoro ripetitivo.

Perchè allora preferire l’inserimento di un’ informazione ad un oggetto per volta, quando è possibile automatizzare l’assegnazione attraverso delle regole logiche?

Una risposta sta nel fatto che vedere singolarmente ogni passaggio che effettuiamo ci rassicura della correttezza del nostro lavoro. Ma l’errore è sempre dietro l’angolo.

Nella vita professionale di tutti i giorni, lavorando con software BIM based ci ritroviamo spesso di fronte a queste situazioni dove si è alle prese con delle lavorazioni ripetitive e che diventano talvolta tediose. Immaginiamo ad esempio di dover inserire cinque codici differenti per ogni tipologia di componente, e che questi siano di numero superiore al centinaio. Un approccio “manuale” richiederebbe una giornata di lavoro e la minima distrazione ci potrebbe portare a commettere errori. Esiste dunque una concreta possibilità di compromettere la qualità del lavoro fino a quel momento svolto e di condividere informazioni sbagliate.

Una soluzione al problema è costituita dal fare ricorso a metodi di automazione. E’ possibile far fare al computer l’ingente numero di click impostando delle regole.

Questo non significa che i progettisti debbano trasformarsi tutti in degli ingegneri informatici, ma rispetto alla complessità dei progetti da affrontare, è chiaro che recepire delle nozioni che vengono dal mondo della programmazione consentirebbe non solo di risolvere dei problemi legati alle infrastrutture digitali in nostro possesso, ma, cosa più importante, anche di comprenderli a fondo. Questa consapevolezza potrebbe essere un valido supporto qualora l’ostacolo fosse oltre le nostre capacità,  e avremo la possibilità di confrontarci chiaramente e dare indicazione a persone più esperte di noi.

Uno dei passaggi fondamentali che segnerà l’evoluzione del progettista in quest’era digitale sarà legato ad avere delle competenze minime di coding. Non parliamo di conoscere necessariamente linguaggi di programmazione come C#, python o html ecc., ma soltanto di capire quale approccio c’è dietro la programmazione.

Molti professionisti si allontanano da questi temi, o non li tengono affatto in considerazione, in quanto appaiono particolarmente complessi e lontani dalla propria dimensione professionale, ma non è così.

Infatti, si può far ricorso a programmi di visual scripting come Dynamo, dove mettendo in serie pochi nodi forniti dal software stesso o dalla community, il progettista è in grado di risolvere diversi problemi che all’apparenza risultano complessi. La difficoltà è solo nel comprendere l’approccio.

 

Nella lezione che aprirà le tre giornate dei laboratori organizzati dal BIM User Group Italia avremo l’occasione di vedere un utilizzo semplice di Dynamo al fine di ottenere delle azioni su di un modello Revit che possono farci risparmiare tempo e mantenere sotto controllo la qualità delle informazioni.


Antonio Vellucci

Parallel Digital srl – BIM Coordinator

Antonio Vellucci ha conseguito la laurea in Scienze dell’Architettura presso l’Università degli studi di Roma TRE, dove ha maturato le prime esperienze in ambito BIM partecipando all’evento mondiale Solar Decathlon 2014 in qualità di BIM Manager del progetto RhOME for denCity, team vincitore del concorso.

Attualmente ricopre il ruolo di Bim Coordinator presso PARALLEL DIGITAL dove ha prestato la sua esperienza per progetti internazionali come la Red North Line Underground (Doha) e, su scala nazionale, la nuova sede di Confcooper (Roma) e la Casa della Terza Armata (Gorizia). Parallelamente alle attività di coordinamento, è in costante ricerca di strategie BIM al fine di migliorare la qualità ed ottimizzare il processo stesso.

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