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Digitalizzazione e Ambiente Costruito 4.0: parte la seconda edizione di DIGITAL&BIM

Digitalizzazione e Ambiente Costruito 4.0: parte la seconda edizione di DIGITAL&BIM

di Angelo Ciribini – Università di Brescia
coordinatore scientifico di DIGITAL&BIM Conference Lab

 

DIGITAL&BIM ITALIA è un evento che, sin dalla sua prima edizione, svoltasi nel 2017, intendeva proporsi da fattore sistemico di aggregazione e di convergenza delle rappresentanze e degli attori del settore delle costruzioni.

Ciò accadeva in virtù del fatto che la digitalizzazione è fenomeno che funge da catalizzatore della nuova cultura industriale –  quarta rivoluzione industriale, 4.0 – del comparto e di ricomposizione della filiera.

Rispetto allo scorso anno, a fronte, dunque, di una accresciuta consapevolezza del tema da parte di molti operatori, emergono due fattori decisivi:

i) la coscienza che il dato, computazionale, si erge a principale generatore nella catena del valore;

ii) la necessità di fare seguire alle promesse entusiasmanti esiti misurabili

Per questa ragione, il dato, producibile, acquisibile, modificabile, cancellabile, proposto anche attraverso la presentazione di esempi nazionali ed internazionali, assurge a leit motiv della Conferenza Internazionale, ma anche dei Lab e dei Workshop.

Se, tuttavia, la digitalizzazione è fenomeno inevitabile, ineludibile, essa si rivela come un fenomeno che, al fine di agevolare il conseguimento di un recupero di attrattività e di produttività del settore, richiede che si creino le condizioni strutturali idonee, alle diverse scale, edilizie e territoriali.

Il tema, sensibile, ad esempio, della relazione che intercorre tra Off Site (e Design for Manufacturing & Assembly) e Digital Engineering appare rivelare l’intento di ridurre gli «sprechi» (di restituire efficienza ed efficacia al comparto) accorciando la catena di fornitura e incrementando l’economia della conoscenza.

Il che, di conseguenza, potrebbe sollecitare la riconfigurazione attuale del mercato domestico, sia nel senso di ridisegnare ruoli e relazioni di soggetti come i progettisti, i distributori e persino i costruttori, stimolando, come indubbiamente fa la digitalizzazione, la creazione di logiche collaborative che supportino intenti collaborativi e integrativi nella filiera. Come testimoniato, ad esempio, dalle ipotesi relative alla promozione di piattaforme digitali.

Al contempo, la razionalizzazione digitale induce a ritenere, nella manifattura come nella costruzione, che la praticabilità degli investimenti e la loro interiorizzazione dipenda dalla questione dimensionale, alludendo alla urgenza di avviare strategie di aggregazione delle micro e delle piccole organizzazioni.

Occorre, d’altra parte, osservare come, proprio a partire da ciò, il settore sinora si sia caratterizzato per la priorità attribuita ad azioni legate alla distinzione (delle identità, dei ruoli, delle responsabilità) piuttosto che non alla ibridazione a cui sembrano alludere gli scenari inerenti agli edifici cognitivi e alla città intelligente.

Giusto il rimando alla Smart City e alla Smart Land intercetta un salto significativo di scala, di cui la Rigenerazione Urbana è emblema, che si rapporta a dinamiche sociali, come l’invecchiamento della popolazione (declinato secondo paradigmi evolutivi del cespite immobiliare) o la messa in sicurezza del territorio (interpretabile come modalità digitali di gestione tempestiva di eventi sismici o idrogeologici).

La stessa, controversa, questione della riforma del Codice dei Contratti Pubblici, si presenta sempre più, direttamente o indirettamente, attinente a e condizionata dalla digitalizzazione, ma è evidente che le regole, di qualunque natura siano, non possano essere disgiunte da una visione ampia della trasformazione del comparto a medio e a lungo termine.

 

DIGITAL&BIM ITALIA, tanto più nel contesto storico del SAIE, si propone, dunque, come «luogo» in cui, oltre a mostrare esempi ed eccellenze nazionali ed internazionali, si possa evocare la possibilità di concepire politiche e strategie industriali che siano consce delle potenzialità e dei limiti che la digitalizzazione propone e, forse, impone.

 


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