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Computational Design per il patrimonio storico

L’applicazione sapiente del computational design in un processo HBIM può velocizzare e migliorare la realizzazione di geometrie complesse tipiche dell’architettura storica e automatizzare alcuni processi in fase di progettazione.


Nella definizione di Eugene McGovern e Maurice Murphy, quello che chiamiamo HBIM (Historic Building Information Modeling) è nato come uno strumento per replicare l’esistente nel mondo digitale, agevolandone poi lo studio e l’analisi per comparazione, in modo da applicare i processi gestionali coordinati e multidisciplinari del più generale BIM all’intervento sull’esistente.

La differenza fondamentale tra i processi BIM tradizionali (di progettazione del nuovo) e i processi HBIM è nella natura delle informazioni raccolte nei modelli e nella genesi e uso del modello stesso: nel BIM tradizionale il modello ha valore predittivo, computistico e di pianificazione, mentre il modello HBIM parte dalla necessità documentale dello stato di fatto. Il rilievo e la restituzione digitale delle istanze geometriche, costruttive e conservative dell’edificio diventano quindi centrali per la definizione dell’intervento.

Con il diffondersi della metodologia BIM, si riscontra la progressiva adozione delle tecniche di Computational Design, che entrano a far parte in un certo senso della sua sfera tecnologica.

Il computational design è un sistema algoritmico per la sintesi e l’analisi dei progetti che si basa sulla costruzione di un gruppo finito di regole o operazioni, facili da seguire e non ambigue. La definizione delle regole avviene principalmente attraverso software di visual scripting, integrati nei programmi di authoring. Considerato che un modello BIM è di fatto un data base digitale, la natura computazionale insita in questi software permette di investigare, confrontare, gestire, catalogare, riordinare i dati, i parametri e le dipendenze instaurate tra i diversi elementi che compongono i modelli.

All’interno della computational design, gli script per la realizzazione di forme prendono il nome di shape grammars (grammatiche di forma). Una grammatica di forma è definita in termini di forme e regole di forma. Una forma comprende qualsiasi raggruppamento finito di punti, linee, piani e solidi. Le regole di forma sono istruzioni che vengono applicate in modo ricorsivo per generare un disegno.

L’aspetto interessante è che il processo di gestione computazionale, anche se legato alla semplice creazione di una forma, si basa sempre sulla gestione e sul controllo di parametri e dati (interni ed esterni) che, se una volta erano quasi sempre nascosti, con la diffusione della metodologia BIM vengono messi in risalto in quanto corroboranti alla gestione dell’intero processo.


In occasione del prossimo Digital & BIM, Open Project presenterà il lavoro di ricerca in materia di computational design fatto sulla Pinacoteca “Guercino” di Cento, in provincia di Ferrara. Situato nel centro storico della città a pochi passi dalla piazza principale, l’edificio presenta un nucleo originario datato alla fine del XVIII secolo che sorge su quello che era il cimitero dell’adiacente basilica e ha ospitato in principio la sede del Monte di Pietà e dell’Archivio Notarile cittadino. Open Project srl si è occupata della progettazione esecutiva relativa all’intervento di ripristino e miglioramento sismico dell’edificio, gravemente danneggiato e reso inagibile dagli eventi sismici del maggio 2012.

 

Hanno collaborato all’articolo:
Fabrizio Sampietro, Maria Lucia Masciopinto, Ivan Walter Junior Cincotta e Giacomo Bergonzoni – Open Project srl, Bologna

Link di approfondimento:

  • MURPHY, M., MCGOVERN, E., PAVIA, S., (2013), Historic Building Information Modeling–Adding intelligence to laser and image based surveys of Europe
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  • GARAGNANI, S., (2015), HBIM nell’esistente storico – Potenzialità e limiti degli strumenti integrati nel recupero edilizio, in INGENIO, Ottobre 2015 
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Giacomo Bergonzoni

Ingegnere e Bim Manager per Open Project, formatore per BIM Foundation

Ingegnere specializzato in BIM e progettazione sostenibile. Attualmente BIM Manager e ricercatore per Open Project; formatore e consulente per il gruppo BIM Foundation diretto dal prof. Simone Garagnani dell’Università di Bologna. Ha iniziato la sua esperienza al CIMS lab (Carleton University di Ottawa, Canada) elaborando un protocollo BIM applicabile agli edifici storici canadesi. Tornato in Italia è diventato Passive House Designer certificato e BIM Coordinator per la progettazione di residenze in Xlam. Oggi si occupa dell’implementazione BIM in grandi progetti, siede al tavolo di lavoro della norma UNI 11337 ed è membro del BIM User Group Italy.

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