Mario Nobile

Mario Nobile

Direttore Generale per i Sistemi Informativi e Statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 

Direttore Generale per i Sistemi Informativi e Statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Nobile è laureato in Ingegneria Civile e ha un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Trasporti. La sua carriera nel settore della pubblica amministrazione lo ha portato a ricoprire diversi ruoli dirigenziali nell’ambito progettazione e pianificazione territoriale e dei servizi informatici, inclusi programmi di sviluppo della banda larga nel territorio. Nel 2010 è entrato a far parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove si è occupato inizialmente di programmi di riqualificazione urbana e politiche abitative, per poi passare alla gestione e manutenzione dei beni immobili delle sedi centrali, delle tecnologie (anche informatiche) di supporto e della razionalizzazione logistica. Parallelamente agli incarichi nella pubblica amministrazione, ha avuto anche ruoli accademici: dal 2001 al 2011 è stato Docente a contratto presso la Facoltà di Architettura dell’Alma Mater – Università degli Studi di Bologna ed ha all’attivo numerose pubblicazioni. Dal 2015 riveste l’incarico di Direttore Generale per i Sistemi Informativi e Statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 


 

Titoli interventi:

“Le Smart Roads”

 

Con il decreto n. 70 del 28 febbraio 2018 (cosiddetto “Decreto Smart Road”), l’Italia è tra i primi Paesi al mondo ad aver regolamentato la sperimentazione di veicoli autonomi e connessi su strada pubblica.

Il decreto definisce gli standard funzionali minimi delle strade di interesse nazionale, non entrando nel merito delle tecnologie specifiche che dovranno essere adottate.

Nel DM la strada è stata suddivisa in diversi sottosistemi, rendendo possibile il rilievo in tempo reale del traffico, delle condizioni di deflusso, informazioni meteo del tratto di strada di percorrenza, informazioni sulle aree di sosta e numerose altre informazioni. Sulla base dei dati raccolti, inoltre, il sistema offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti, permettendo eventuali azioni di re-routing.

Gli interventi saranno realizzati in due fasi: la prima, entro il 2025, per le strade classificate di “tipo I”, riguarda le infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T (Trans European Network – Transport) e, comunque, su tutta la rete autostradale (circa 6.700 Km). La seconda entro il 2030: sulle medesime strade dovranno essere realizzati ulteriori servizi, per la deviazione dei flussi in caso di incidenti o altri blocchi gravi, per evitare o risolvere le congestioni del traffico, per suggerire agli automobilisti traiettorie e corsie, per gestire i parcheggi, i rifornimenti e gli accessi.

Tutti questi servizi si estenderanno progressivamente alla intera rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), classificata come “Smart Road di tipo II” (circa 15.100 Km – fonte Allegato Infrastrutture al DEF 2017), inclusa la rete autostradale del “tipo I”. Nella rete SNIT di primo livello sono inclusi anche ulteriori assi di accessibilità a porti, aeroporti, poli turistici e distretti industriali.

Nel DM Smart Road viene inoltre precisato che la progettazione e gestione degli interventi sulle infrastrutture viarie debba avvenire utilizzando il BIM.

Il supporto del BIM è cruciale per la raccolta, gestione, analisi ed elaborazione di una mole così importante e complessa di dati. Con l’utilizzo della piattaforma BIM potranno anche essere evidenziate e gestite le relazioni con l’ambiente esterno.

La digitalizzazione dell’infrastruttura è sicuramente un elemento fondamentale nella guida autonoma e connessa, la cui sperimentazione su strada pubblica è, fra l’altro, disciplinata dal DM citato. In Italia Anas S.p.A. e altre concessionarie autostradali già da tempo stanno effettuando considerevoli investimenti in tecnologia, per rendere “smart”, “intelligente” una strada. Alcuni esempi: Anas S.p.A. sta digitalizzando la A2 “Autostrada del Mediterraneo”, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la E45 (Orte-Mestre) e la A19 Palermo-Catania, oltre ad ulteriori itinerari nazionali, coprendo circa 2.000 Km di strada. Per quanto riguarda le altre concessionarie autostradali, diverse sono le sperimentazioni in atto. In particolare, una di recente approvazione, anche con il ricorso a fondi europei, riguarda l’autostrada A22 del Brennero per il passante di Mestre, gestita da Concessioni Autostradali Venete. In un tratto stradale di 5 Km sarà sperimentato il “platooning”. Si potranno così analizzare le problematiche ad esso connesse.

Il decreto Smart Road è fondamentale in questo processo: armonizzando i diversi interventi a livello nazionale, vengono focalizzate le risorse economiche e congiunti gli sforzi nell’interesse del Paese.

Altro tema strettamente connesso alle Smart Road è quello dei veicoli autonomi e connessi con l’infrastruttura stessa. Vedremo a breve circolare su strada pubblica i primi veicoli automatici, anche se in via sperimentale. Questa prima fase servirà anche per capire come verrà perturbato il traffico da questi veicoli. Per far fronte a questa, come a tante altre esigenze legate al tema autonomous car, il DM Smart Road ha previsto altresì l’istituzione di un apposito “Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road e per il veicolo connesso e a guida automatica”, attribuendogli molteplici funzioni, tra cui il monitoraggio di questa attività.

Dovranno essere studiati gli aspetti sociali, economici, ambientali, etici e di sicurezza dei veicoli connessi e a guida autonoma, tesi, fra l’altro, a proporre aggiornamenti sia degli standard funzionali delle Smart Road, che delle norme sulla sperimentazione. Verranno analizzate le istanze dei soggetti che fanno parte di questo ecosistema: dal produttore di software, al produttore di automobili, agli enti di ricerca pubblici e privati, per aggiornare eventualmente il decreto. L’Osservatorio sarà un luogo aperto al contributo di tutti gli attori della filiera.

Il tema della sicurezza sarà, oltre che essenziale, il comune denominatore per ogni sperimentazione su strada pubblica, dovendo essere garantita dal soggetto che sperimenta, per tutta la durata dei test.

 

 

 

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Foto Ing. Nobile

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